Il Codice ISPS (International Ship and Port Facility Security Code): Le misure per prevenire gli atti illegali e di terrorismo nei porti, nei terminali marittimi e nelle navi
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7/2/20249 min leggere
Il Codice ISPS (International Ship and Port Facility Security Code): Le misure per prevenire gli atti illegali e di terrorismo nei porti, nei terminali marittimi e nelle navi
Introduzione
L’International Ship and Port Facility Security Code (Codice ISPS), regolamento internazionale adottato dall’Organizzazione marittima internazionale (IMO) nel 2002, garantisce la sicurezza marittima e portuale. È diventato obbligatorio per tutti i Paesi dell’UE a partire dal 2004 con il Regolamento (CE) N. 725/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio. L’ISPS rappresenta la base giuridica per la sicurezza della navigazione internazionale e si applica sia alle navi che agli impianti portuali. È suddiviso in due parti: A e B, ognuna delle quali contiene direttive fondamentali per la sicurezza navale e portuale[1].
Parte A del Codice ISPS
Nella Parte A del Codice ISPS sono previsti i requisiti di sicurezza obbligatori per le navi, le infrastrutture portuali e le società armatrici.
Requisiti di sicurezza per le navi
Piano di Sicurezza della Nave (SSP)
Il Piano di Sicurezza della Nave (SSP) è redatto dalle stesse società navali e contiene le misure e le procedure dettagliate per la prevenzione e la reazione alle minacce alla sicurezza per le persone a bordo e per il carico di merci trasportate con la nave. Il SSP è approvato dall'autorità competente, aggiornato regolarmente alle nuove minacce e ai cambiamenti nel contesto operativo, ed è fatto rispettare direttamente dal comandante della nave il quale è investito dalla società[2].
Ufficiali responsabili della Security
Ogni nave deve avere a bordo un Ufficiale di Sicurezza della Nave (Ship Security Officers, SSO), il quale, oltre a essere incaricato di implementare e mantenere il SSP, deve fungere da “collegamento con l'agente di sicurezza della società e con l'agente di sicurezza dell'impianto portuale”[3]. Inoltre, ogni società armatrice nomina un Agente di sicurezza della società (Company Security Officer, CSO) che coordina le attività di sicurezza per tutte le navi della flotta ed elabora il SSP[4].
Attrezzatura di sicurezza
L’amministrazione della nave, oltre a modificare il SSP, decide anche su come le navi devono essere equipaggiate per garantire la sicurezza, come i sistemi di allarme, i dispositivi di comunicazione per emergenze e le tecnologie di sorveglianza. Il regolamento approvato deve essere testato e mantenuto per garantire l’efficacia[5].
Requisiti di sicurezza per le infrastrutture portuali
Piano di Sicurezza delle Infrastrutture Portuali (PFSP)
Se da un lato le società armatrici sono tenute a redigere il SSP, dall’altro lato anche le infrastrutture portuali sono tenute a loro volra ad elaborare un Piano di Sicurezza delle Infrastrutture Portuali (PFSP), che identifica le misure di sicurezza da adottare per proteggere il porto da atti illeciti. Il PFSP è approvato dall'autorità designata e costantemente aggiornato.
Dichiarazione di Sicurezza (DOS)
Le infrastrutture portuali devono adottare procedure per la Dichiarazione di Sicurezza (DOS), un documento deciso dai governi contraenti che stabilisce le responsabilità di sicurezza tra una nave e una struttura portuale durante le operazioni di porto. Il documento è richiesto dalle navi qualora vi si ha un’interazione tra un porto o un’altra nave e esista un rischio alla sicurezza di queste. La DOS assicura che entrambe le parti siano consapevoli dei loro obblighi di sicurezza e delle misure da adottare[6].
Agente di sicurezza dell’impianto portuale
Ogni porto deve nominare un agente di sicurezza dell’impianto portuale, responsabile della gestione delle misure di sicurezza del porto e riesamina il piano di sicurezza dell’impianto portuale (Port Facility Security Officer, PFSO). Il PFSO, per assicurare l'attuazione efficace delle politiche di sicurezza, collabora con le autorità competenti e le società di navigazione.
Monitoraggio e controllo degli accessi
Le infrastrutture portuali usano sistemi di monitoraggio e di controllo degli accessi per prevenire l'ingresso non autorizzato. Questo include l'uso di telecamere di sorveglianza anche a infrarossi, barriere fisiche e procedure di identificazione per il personale e i visitatori.
Requisiti di sicurezza per le società armatrici
Nomina di responsabili della sicurezza
Le società armatrici devono nominare un Responsabile della Security per la Società (CSO) e un Ufficiale responsabile della Security per ogni imbarcazione (SSO). Questi ufficiali sono incaricati di sviluppare, implementare e mantenere i piani di sicurezza per la flotta e assicurare la conformità con il Codice ISPS[7].
Parte B del Codice ISPS
La Parte B dell’ISPS fornisce le linee guida per l'attuazione dei requisiti di sicurezza della Parte A. Le direttive della Parte B non sono obbligatorie ma sono raccomandate per garantire una maggiore efficacia delle misure di sicurezza. Questa parte fa da guida per le navi e le infrastrutture portuali nell’interpretare e implementare i requisiti della Parte A. Include raccomandazioni su come condurre valutazione dei rischi, sviluppare piani di sicurezza e addestrare il personale[8].
Linee guida per l’attuazione
Cooperazione tra le autorità
La sicurezza, sia nella Parte A sia nella B, è suddiviso in tre livelli. In tutte e tre i livelli si sottolinea l'importanza della cooperazione tra le autorità di polizia, gli enti privati di sicurezza e gli operatori del trasporto marittimo per garantire la sicurezza nei porti.
Misure di sicurezza previste dal Codice ISPS
Ogni livello garantisce la sicurezza delle navi e degli impianti portuali. Questi strumenti includono:
Controllo degli accessi
Il livello di sicurezza, che è il livello base, prevede il monitoraggio e il controllo degli accessi al porto e alle navi. Questo include l’identificazione dei visitatori, la verifica dei documenti e l’autorizzazione per l’ingresso. Al livello di sicurezza 2, che riguarda rischi maggiori per il tipo di nave, le procedure di controllo degli accessi sono più rigorose al fine di prevenire l'ingresso non autorizzato e a ridurre il rischio di atti illeciti[9].
Sorveglianza e pattugliamento
Le infrastrutture portuali devono disporre di personale di sicurezza supplementare per sorvegliare le aree sensibili e pattugliare i confini del porto. Oltre al pattugliamento fisico, le zone all’interno delle porto sono sorvegliare con telecamere di sorveglianza e sistemi di allarme per rilevare attività sospette e rispondere prontamente a eventuali minacce interne ed esterne[10].
Formazione del personale
Il personale coinvolto nella sicurezza deve ricevere una formazione adeguata per riconoscere e gestire le situazioni di rischio per tutti i settori. Questo include la formazione sulla sicurezza antincendio, la gestione delle minacce e la protezione delle informazioni sensibili. L'addestramento regolare e aggiornato è cruciale per mantenere elevati standard di sicurezza[11].
Controllo delle merci e dei container
Le merci e i container, oltre essere controllati per prevenire il traffico di sostanze illegali o pericolose, sono controllati anche per prevenire eventuali incidenti a causa di merci pericolose che potrebbero causare un incendio[12]. I controlli includono la scansione dei container, l’ispezione fisica e la verifica dei documenti di spedizione e il nulla osta per lo sbarco e il reimbarco delle merci[13]. Questi controlli aiutano a prevenire l'introduzione di materiali illeciti e pericolosi nelle infrastrutture portuali ma anche l’imbarco di tali materiali nelle navi.
Risposta agli allarmi antiterrorismo nei porti
In caso di allarme antiterrorismo nei porti, il Parlamento Europeo mediante la direttiva C6-0072/04 in combinazione con il Codice ISPS ha attivato una serie di procedure per garantire la sicurezza e prevenire potenziali attacchi[14]. Inoltre, ai sensi dell’art. 1 del DM 154/2009, la sicurezza nei porti può essere svolta con l’ausilio degli istituti di vigilanza privata[15]. Ecco cosa potrebbe accadere:
Allarme e segnalazione
Qualora venisse rilevata una minaccia o un comportamento sospetto, il personale di sicurezza attiva l’allarme antiterrorismo. La segnalazione viene trasmessa alle autorità competenti, come la Guardia Costiera o la Polizia Portuale, che si occupano di coordinare la risposta all'emergenza.
Evacuazione o blocco delle aree interessate
Le aree coinvolte nell’allarme vengono evacuate o bloccate per impedire l’accesso a persone non autorizzate. Questo può includere l’evacuazione delle navi, dei terminal o delle zone portuali per garantire la sicurezza delle persone e delle infrastrutture.
Verifica delle minacce
Le forze di sicurezza conducono una verifica approfondita dell’area interessata. Vengono utilizzati dispositivi di scansione, cani addestrati per rilevare esplosivi e altre risorse per individuare eventuali oggetti o sostanze sospette. Questa fase è cruciale per valutare l'entità della minaccia e adottare le misure appropriate.
Collaborazione con le forze dell’ordine
Ogniqualvolta si verifichi in sospetto di un eventuale pericolo, l’autorità portuale informa le autorità locali e le forze dell’ordine. Inoltre, possono essere attivate squadre specializzate per gestire la situazione, come unità antiterrorismo o squadre di artificieri al fine di assicurare una risposta rapida e coordinata.
Comunicazione con le navi e gli operatori portuali
Le navi in arrivo o in partenza vengono informate dell’allarme e delle misure di sicurezza. Gli operatori portuali collaborano con le autorità per garantire il rispetto delle procedure e minimizzare i disagi operativi.
Indagini e monitoraggio
Dopo aver affrontato l’allarme, vengono avviate indagini per identificare la fonte della minaccia. Durante le indagini gli addetti alla sicurezza continuano a monitore le attività portuali per prevenire ulteriori rischi e prevenire futuri incidenti.
Gestione degli oggetti sospetti
Se viene individuato un oggetto sospetto a bordo di una nave o nel terminal marittimo, la procedura può variare a seconda delle circostanze, della giurisdizione e dell’infrastruttura marittima. Oltre all’iter che le navi e il terminal tengono in caso di pericolo, di seguito si riporta anche qualche caso pratico:
A bordo di una nave da crociera
La giurisdizione principale è quella dello Stato di bandiera della nave. I passeggeri e l’equipaggio sono quindi soggetti all’ordinamento giuridico di tale Stato. Per reati commessi a bordo, come furti o aggressioni, solo le autorità del paese di bandiera possono intervenire. Inoltre, quando la nave entra in acque internazionali, la legge dello Stato di bandiera si combina con la normativa della comunità viaggiante (ad esempio, una nave italiana è soggetta anche alla legge italiana).
Seppur nelle navi da crociera si sono verificate casi di pericolo bomba, nel 2023 ci fu un caso a Singapore, dove un uomo aveva inviato un’e-mail informando le autorità che a bordo della nave da crociera (omissis) ci sta una bomba pronta a esplodere nel caso non avesse ottenuto il rimborso dei suoi soldi. Nel caso in questione, oltre ad aver individuato e arrestato l’uomo, hanno ispezionato tutta la nave in coordinazione con le autorità portuali. Seppur nella nave non fu ritrovato nessun esplosivo, le indagini a bordo hanno procurato un ritardo per l’imbarco di 4000 passeggeri[16].
Nel terminal marittimo
Se viene individuato un oggetto sospetto nel terminal marittimo, viene informato direttamente il Port Facility Security Officer ed inoltre le autorità locali prenderanno provvedimenti. In alcuni casi, potrebbe essere richiesto l’intervento di unità specializzate per verificare l’oggetto sospetto (artificiaeri). In ogni caso, è importante segnalare immediatamente qualsiasi oggetto sospetto alle autorità competenti per garantire la sicurezza di tutti a bordo o nel terminal marittimo[17].
Nei terminal marittimi soprattutto quelle di grandi dimensioni ed essendo un luoghi di passaggio di migliaia di passeggeri, le autorità sono sempre in attenti agli oggetti trovati come nel caso dell’allarme bomba del 2015 al terminal di Genova. Nel caso in questione veniva ritrovata un borsone incustodito causando un allarme bomba. L’operazione di ispezione ha richiesto l’intervento degli artificieri e fatto evacuare l’itera area per alcuni minuti. Anche in questo caso, l’incidente ha richiesto la cooperazione tra diverse autorità per garantire la sicurezza[18].
Conclusione
Pertanto, il Codice ISPS è fondamentale per la sicurezza marittima e portuale a livello globale. Attraverso l'implementazione di requisiti rigorosi e la promozione della cooperazione tra diverse autorità e parti interessate (autorità statali e enti privati), il Codice ISPS mira a prevenire e sopprimere atti illeciti come il terrorismo, il sabotaggio e la pirateria. La sua attuazione efficace richiede una costante vigilanza, formazione del personale e collaborazione internazionale.
02 luglio 2024, la redazione di ForenSense.
[1] Codice ISPS (ISPS code): cos’è e cosa prevedono le parti A e B del regolamento, in https://www.inside.agency/codice-isps/
[2] Par. 9 del Regolamento (CE) N. 725/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio
[3] Par. 6 del Regolamento (CE) N. 725/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio
[4] Ibid, Par. 7
[5] Ibidem, par. 9.5
[6] Ibid, par. 5
[7] Supra, Codice ISPS (ISPS code): cos’è e cosa prevedono le parti A e B del regolamento
[8] Regola 4-Prescrizioni per le società e le navi, del Regolamento (CE) N. 725/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio
[9] Par.fi 9.14-9.16 del Regolamento (CE) N. 725/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio
[10] Ibid.
[11] Par. 18 del Regolamento (CE) N. 725/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio
[12] Marittimi e Mari, Il trasporto marittimo di merci pericolose tra normativa e buoni prassi, in https://www.marittimienavi.net/2021/07/27/il-trasporto-marittimo-di-merci-pericolose-tra-normativa-e-buoni-prassi/
[13] Decreto 13 gennaio 2004, n. 36, in https://www.ambientediritto.it/Legislazione/Sicurezzalavoro/2004/dm%202004%20n.36.htm#:~:text=Decreto%2013%20gennaio%202004%2C%20n.%2036%20Ministero%20delle,delle%20merci%20pericolose.%20%28GU%20n.%2024%20del%2030-1-2004%29
[14] Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio C6-0072/24, in https://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2004_2009/documents/com/com%282004%290393_it.pdf
[15] L. Abeille, La Maritime Security: la Sicurezza Sussidiaria in Italia, in https://www.sistema-italiano-autodifesa.it/la-sicurezza-marittima.html
[16] C. Hui, D. Sun, Man charged after telling cruise operator its ship would explode if it did not return his money, in https://www.straitstimes.com/singapore/man-39-to-be-charged-after-allegedly-making-bomb-threat-on-cruise-ship
[17] Supra, La Maritime Security: la Sicurezza Sussidiaria in Italia
[18] Primocanale della Liguria, Borsone incustodito al Terminal traghetti di Genova: sul posto gli artificieri ma nessuna bomba, in https://www.primocanale.it/archivio-news/163105-borsone-incustodito-al-terminal-traghetti-di-genova-sul-posto-gli-artificieri-ma-nessuna-bomba.html